Aeroporti e voli

On 29 Marzo 2020, in Senza categoria, by admin

29/3/2020 – Nel giorno in cui (oggi) sarebbe dovuto entrare in vigore il nuovo operativo dei voli 2020, con la consueta crescita verso la stagione estiva di vettori e collegamenti (in ripresa stagionale e nuovi), proviamo a fare qualche considerazione su commenti che circolano circa gli effetti della grave situazione che stiamo vivendo sul trasporto aereo e anche sullo scalo fiorentino: commenti a larga scala non proprio condivisibili su una “fine generale del settore aereo e dei vettori” e, nella nostra realtà, uscite improvvide di chi strumentalizza anche questa situazione (dimostrando ancora una volta di più ciò che è) per la propria solita battaglia contro lo scalo dell’area fiorentina.

Non c’è dubbio che il settore aereo (come sostanzialmente ogni altra attività) sia entrato nella peggiore crisi dalla fine della seconda guerra mondiale, con gran parte dei voli sospesi, aeroporti fermi o formalmente aperti ma pressoché senza traffico, flotte aeree parcheggiate a terra, mentre volano sempre più solo voli di soccorso, cargo con aiuti sanitari, charter per il rimpatrio di cittadini, aerei ed elicotteri “ambulanza” e velivoli militari.

Questo è naturalmente anche lo scenario in Italia, che per prima in Europa ci è entrata e dove attualmente sono formalmente operativi per il traffico civile, pur con voli regolari quasi azzerati, 17 aeroporti (Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Genova, Lamezia Terme, Lampedusa, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Pantelleria, Pescara, Pisa, Roma Fiumicino, Torino, Venezia), più le basi militari o le porzioni militari di aeroporti ad uso anche civile, mentre sono temporaneamente con operatività sospesa, oltre agli scali di aviazione generale, 25 scali commerciali, comprese alcune tra le più importanti strutture del sistema aeroportuale nazionale per traffico o ruolo (come Milano Linate, Firenze, Roma Ciampino, Bergamo, Verona), pur rimanendo funzionanti e attivabili in ogni momento in caso di necessità (come sta avvenendo in Lombardia e Veneto).

In questa situazione è però altrettanto indubbio che anche il settore aereo ripartirà, quando sarà possibile, superata la priorità di tutte le priorità dell’emergenza sanitaria. Anche il settore aereo gradualmente e con tutte le difficoltà prevedibili ripartirà: riprenderà l’operatività degli scali fermi, ritorneranno in volo le flotte bloccate a terra e riprenderà l’attività dei vettori, inevitabilmente aiutati nella ripresa dai rispettivi Governi (aiutati i “meritevoli”, si spera, e magari portate a conclusione realtà “bollite”).

Il trasporto aereo è sempre stato essenziale per la crescita e lo sviluppo di qualunque paese e lo sarà quindi ancora di più per la rinascita dall’attuale tragedia che sta vivendo tutto il mondo, nella quale peraltro si sta dimostrando quanto il settore aereo, con i suoi mezzi e la sua rete di aeroporti sui territori, sia indispensabile anche proprio per la gestione delle emergenze.

Certo non ci potrà essere un ritorno immediato di tutte le attività e di tutti i voli ai livelli ordinari, la ripresa risentirà dell’evoluzione della situazione nei vari scenari internazionali. È prevedibile che riprendano inizialmente gli spostamenti per necessità, per ragioni di lavoro o altre esigenze prioritarie e meno il volare tanto per volare. Si può prevedere quindi una più lenta e ritardata ripresa dei grandi flussi movimentati dai vettori low cost e quindi dell’attività degli scali ad essi più dedicati.

E in questa ripresa saranno fondamentali naturalmente le infrastrutture aeroportuali più necessarie e strategiche: quelle che ci sono, pienamente riattivate, e quelle che devono esserci. Strutture importanti di per sé e nell’ottica del rilancio del paese da attuare con il piano per le infrastrutture, accelerando i progetti aeroportuali (masterplan) in corso e quelli in attesa di avvio. Accelerazione che deve cominciare dai più necessari per l’entità della domanda reale, la tipolgia di traffico e l’importanza dei territori e delle realtà servite (come quello dell’area fiorentina) e per la valenza dei progetti anche al di là del solo sviluppo aeroportuale e di traffico (come la finalità di risanamento ambientale e funzionale che ha il masterplan dello scalo fiorentino).

Ribadendo quindi quanto già espresso in un precedente intervento (Sentenze e ripartenze) ci aspettiamo, dopo il totale prioritario impegno che le istituzioni stanno mettendo nella gestione dell’emergenza in corso ed a cui deve andare prima di tutto il pensiero di ognuno, che anche la Toscana stia nella ripresa del trasporto aereo che ci sarà e nel piano di rilancio del paese che sarà attuato a livello nazionale con lo sblocco delle infrastrutture più necessarie e giustificate e che ci stia con i progetti per colmare le più gravi carenze del proprio sistema aeroportuale, a cominciare dalla nuova pista del “Vespucci”.

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