2/8/2019  – In apertura dell’ultimo numero del nostro notiziario appena pubblicato (Aeroporto 88) abbiamo ricordato e ribadito la fattibilità, sostenibilità e necessità della nuova pista e del masterplan dell’aeroporto di Firenze quale unica certezza di questa vicenda, a fronte di uno stop inopinato alla sua realizzazione imposto da un’incomprensibile sentenza del TAR della Toscana aizzata da assurdi ricorsi dei soliti comitati, sindaci e azzeccagarbugli in rappresentanza di se stessi.

Dal nuovo atto della farsa aeroporto andata in scena questa settimana con lo spettacolo inverecondo del balletto sui ricorsi al Consiglio di Stato di due ministeri (Ambiente e Beni Artistici e Culturali) e di ENAC (!), questa volta con cast ministeriale pentastellato romano (su soliti copioni toscani), prima di ogni altra considerazione emerge l’ennesima conferma della validità del masterplan stesso e del suo iter e quindi della fattibilità, sostenibilità e necessità della nuova pista dell’aeroporto di Firenze contenuta nel documento predisposto dall’Avvocatura dello Stato.

Documento che al momento non si sa bene che fine farà, ma che sostanzialmente evidenzia tutti gli aspetti (molto) discutibili delle sentenze del TAR che sono balzati agli occhi a chiunque abbia letto le sentenze conoscendo (davvero) gli iter fatti, le documentazioni del masterplan e delle procedure che hanno portato al decreto positivo di VIA dopo circa tre anni di procedure, il lavoro di un esercito di tecnici dello Stato, di enti pubblici, istituzioni locali e società specializzate, i contenuti del masterplan e la loro valenza tecnica, ambientale, territoriale, i benefici generali prevalenti per i cittadini e i territori interessati di Firenze, della piana, dell’area fiorentina e della Toscana, i meccanismi di valutazioni e prescrizioni usualmente attuati in questo tipo di procedure su masterplan aeroportuali (non per nulla applicati ad ogni altro aeroporto italiano e mai contestate da nessuno).

L’Avvocatura dello Stato, in un documento di oltre trenta pagine, ricostruisce la vicenda e ricompone la validità di quanto fatto (anche dai tecnici dei ministeri interessati) per arrivare nel miglior modo all’approvazione di un’opera tanto importante (per la Toscana e il sistema aeroportuale nazionale) e sottolinea tutti gli errori valutativi compiuti dal TAR nella formulazione della sentenza (sostanzialmente quelli che anche noi avevamo evidenziato subito dopo la lettura di tali dispositivi ma – ribadiamo – evidenti a chiunque conoscesse il masterplan, la realtà dello scalo fiorentino e della piana e le procedure simili relative ad ogni altro aeroporto).

Evidenziato ciò, che per quanto possa valere contribuisce a mantenere la barra dritta sulla verità di questa vicenda nella nebbia della politica, questa volta non si può stendere il classico velo pietoso su quanto sta succedendo attorno ai ricorsi al Consiglio di Stato (che ci sono, c’erano, ci sarebbero, non ci sono) perché si stanno raggiungendo livelli di follia pura (da TSO).

Se nell’ultimo notiziario avevamo evidenziato lo scontro istituzionale scatenato dalle sentenze del TAR, con il balletto governativo in atto, sui ricorsi si raggiunge l’apoteosi dello scontro istituzionale: il TAR contro i ministeri che hanno rilasciato la VIA (Ambiente e Beni Culturali); i ministeri contro se stessi, che ritirano (o cercano di ritirare) il ricorso appena presentato a difesa del proprio operato sconfessando schiere di propri tecnici, costretti dalla politica ad abbassare la testa (se non proprio cacciati), e sconfessano (o cercano di sconfessare) anche l’Avvocatura dello Stato che ha scritto le sacrosante ragioni del ricorso; ENAC contro ENAC, che rinnega il proprio ruolo tecnico (per la prima volta a nostra memoria nella storia di quest’ente, anche da quando era Civilavia), piegata dai “niet” degli odierni controllori politici che ci hanno messo le mani (e immaginiamo il clima tra i tecnici ENAC per ciò che gli tocca fare…). 

Un ennesimo spettacolo deprimente, questa volta tutto a marchio 5 Stelle che per improvvide congiunzioni astrali al momento si trovano a controllare tutti gli organi statali protagonisti della vicenda. 5 Stelle che però nulla avrebbero potuto fare di ciò che stanno facendo contro i cittadini e il territorio di Firenze e dell’area fiorentina (e della Toscana) se dall’area fiorentina (e pisana) non fosse arrivato l’innesco determinante dei ricorsi al TAR.

Che l’inquinamento più grave e preoccupante attorno alla questione dell’aeroporto di Firenze fosse quello politico è noto da sempre (senza alcun bisogno di studi e prescrizioni…). Ma una manipolazione politica di organi tecnici come quella in atto davvero non si era mai vista. Come non si era mai visto un Governo nazionale trasformato in sezione romana di “comitatini del no”, assumendone modi e logiche quale forma di governo di un pezzo di paese (il nostro).

Nel nostro notiziario appena uscito, tra le varie questioni trattate, ponevamo la necessità che il premier Conte e il “mitico” Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Toninelli venissero a Firenze per spiegare strabismi e doppiopesismi clamorosi in corso nella loro politica aeroportuale, che vede il supporto ad ogni altro scalo nazionale e allo sviluppo anche di mini-scali (anche fuori del piano nazionale aeroporti), sicuramente utili ma infinitamente meno necessari e giustificati dello scalo dell’area fiorentina, unico aeroporto esistente (in Italia, in Europa, nel mondo) tenuto ancora senza pista adeguata a fronte delle reali esigenze, pista che questo territorio attende dal secolo scorso. Adesso l’invito è da rivolgere anche agli altri ministri coinvolti nella vicenda (Bonisoli e Costa) e adesso anche al nuovo vertice di ENAC (Zaccheo).

Dovrebbero venire tutti insieme a Firenze, magari con tappa a Peretola, Quaracchi e Sesto, per spiegare di fronte ai cittadini ciò che stanno combinando. Come possano tenere in ostaggio un progetto così fattibile, sostenibile e necessario qual è il masterplan del “Vespucci” con la nuova pista e i connessi benefici generali e prevalenti, come attestato da ogni organo tecnico e ora anche dall’Avvocatura dello Stato. E ci spieghino come sia possibile che il Governo non abbia proprio niente di meglio da fare in questo povero paese che giocare alla guerra contro l’aeroporto di Firenze.

25/7/2019 – Toscana Aeroporti ha reso noto con nota stampa di avere notificato in data odierna il ricorso presso il Consiglio di Stato contro la decisione del TAR Toscana, Sez. I, del 27 maggio 2019, che annullava il Decreto di giudizio favorevole di Valutazione di Impatto Ambientale per il progetto del nuovo Master Plan 2014-2019 dell’aeroporto di Firenze “A. Vespucci.”

Come preannunciato, il gestore degli aeroporti toscani di Firenze e Pisa ha quindi avviato l’azione per contrastare il pronunciamento del trabunale amministrativo regionale sui ricorsi presentati da sei comuni dell’area fiorentina e del pratese (Calenzano, Campi Bisenzio, Carmignano, Poggio a Caiano, Prato e Sesto Fiorentino) e da varie associazioni, esponenti politici e cittadini della piana. Le sentenze, rese note lo scorso 27 maggio, che avevano accolto parte delle motivazioni di contestazione bloccando l’attuazione del masterplan dell’aeroporto di Firenze, avevano suscitato (e suscitano) grandi perplessità per le stesse motivazioni indicate nei dispositivi resi noti e grande sconcerto per i pesanti effetti sul territorio e i cittadini generati dalla mancata (per ora) realizzazione delle opere previste per lo scalo, il territorio e l’ambiente e dal venir meno dei benefici generali attesi.

31/5/2019 – Dopo una settimana passata a leggere e rileggere il centinaio di pagine di sentenze del TAR toscano (pubblicate lo scorso lunedì) contro il decreto VIA del masterplan del “Vespucci” per cercare di trovare un senso a un atto che un senso proprio non ce l’ha, proviamo ad aggiungere qualche considerazione su questo (per ora) stop ai progetti dello scalo fiorentino e al sistema aeroportuale toscano (e a cascata a tanto altro).

Varie cose sono già state dette dai soggetti coinvolti e direttamente colpiti dal provvedimento, oltre lo sconforto e sconcerto di qualunque persona di buon senso, a cominciare dall’annuncio dell’unica cosa possibile e obbligata, ossia gli immediati ricorsi al Consiglio di Stato. Ma un atto del genere colpisce davvero l’interesse pubblico e generale di una larga fetta di popolazione e di territorio di area metropolitana e regionale, per il presente e il futuro, fosse anche “solo” per lo slittamento di un anno dell’avvio di un’opera attesa da mezzo secolo, arrivata di nuovo quasi alla soglia dei cantieri.

Chi, come noi, segue questa infinita vicenda da una vita, in decine di anni ne ha viste di tutti i colori e – come detto tante volte – non si può meravigliare di niente, qualunque cosa ancora accada o venga fatta accadere, così come si è sempre detto – anche nelle fasi ottimistiche – che la certezza della realizzazione della nuova pista non possa che essere certificata solo e soltanto dal primo aereo che ci posa le ruote, arriva al parcheggio, sbarca i passeggeri e se ne riparte… Ma non c’è dubbio che ogni volta, di fronte a nuovi stop da gioco dell’oca lo sconforto è profondo, per la cosa in sé ed i suoi effetti, ma è tanta anche la pena che si prova per amministratori indefinibili che con le loro iniziative, dai loro orticelli comunali, provocano tutto questo ed esultano senza rendersi proprio conto dei danni che provocano, prima di tutto ai propri territori e cittadini che dovrebbero amministrare.

Tornando comunque subito al merito della questione, prima di tutto si deve evidenziare bene che la sentenza negativa del TAR non intacca in alcun modo la validità di per sé della nuova pista 12/30, la sua necessità, le sue dimensioni, il suo orientamento, le sue traiettorie, la monodirezionalità, i suoi miglioramenti acustici e atmosferici, il nuovo assetto dello scalo né gran parte delle altre opere previste nel masterplan e neppure riguarda (nel senso che non li tocca o li respinge) altri spunti di contestazioni, quali l’istituzione e la composizione dell’Osservatorio Ambientale, i richiami a vicende passate, come la VAS sul PIT regionale, o morte e sepolte come la vecchia VIA del 2003 sul vecchio masterplan che non esiste più da una quindicina d’anni o la presunta mancanza di considerazione per soluzioni alternative o per l’opzione zero (lasciare lo scalo com’è). La sentenza disquisisce invece su tempi e modi in cui sono state attuate alcune fasi valutative ambientali e sull’interpretazione delle prescrizioni annesse alla VIA, con alcuni passaggi e giudizi – come vedremo più avanti – davvero poco comprensibili e a dir poco sorprendenti (già definiti, in vari commenti letti in questi giorni, invasioni di campi tecnici e specialistici non di competenza di un organo come il TAR).

Va quindi evidenziato come nelle sentenze il numero delle argomentazioni “contro” respinte sia nettamente preponderante rispetto a quelle accolte (respingimenti che riguardano varie argomentazioni propinate per anni da comitati e oppositori vari, come quelle richiamate sopra): su 47 motivi di ricorso riportati negli atti pubblicati, relativi a cinque ricorsi firmati da comitati e vari soggetti della piana fiorentina e di Pisa e dai sei comuni di Calenzano, Campi Bisenzio, Carmignano, Prato, Poggio a Caiano e Sesto Fiorentino (quello di Signa è stato ritirato il 2/4/2019), 38 sono arrivate a giudizio, 24 sono state respinte (una in parte) e 14 accolte (una in parte). Per fare un esempio specifico, su 11 contestazioni del Comune di Sesto Fiorentino ne sono state accolte tre. Precisando che, sia per le motivazioni accolte sia per quelle respinte, il numero effettivo è inferiore perché in molti casi si è trattato di argomentazioni ripetute più o meno come un copia-incolla nei vari ricorsi dei vari soggetti (tanto per moltiplicare la perdite di tempo in atti inutili). Non che questo sia una consolazione, visto l’esito cui comunque si è arrivati, ma è bene evidenziarlo.

La decodificazione giuridico-lessicale dei contenuti delle motivazioni che sono state scritte a supporto delle contestazioni accolte non possono che essere materia da giuristi e ad essi le lasciamo (con la predisposizione dei ricorsi al Consiglio di Stato), evidenziando comunque anche in questo caso che si tratta di stessi concetti ripetuti più volte quasi con copia-incolla nelle sentenze sui vari ricorsi. Ciò che si può fare di fronte a tali motivazioni è avanzare qualche dubbio, da cittadini informati e conoscitori del settore (aeronautico, aeroportuale, urbanistico) e che conoscono, perché ce li siamo letti davvero, tutti i progetti elaborati e gli studi prodotti in questi anni e posti pubblicamente agli atti nelle procedure svolte e arrivate a conclusione (intendendo gli atti ufficiali degli enti preposti e competenti, non i “dossier fai da te” ai quali, con tutto il rispetto, non riserviamo spazio neanche nei cestini ma che sono girati e girano, anche sui tavoli governativi imbambolando qualche ministro).

E i dubbi, in base a quello che si può leggere, sono molti, che portano a molti interrogativi. Ad esempio, tanto per cominciare, come si può scrivere e stigmatizzare la mancanza di studi, quando in realtà gli studi evocati ci sono (come quelli sui rischi di incidente aereo, sul rischio bird-strike e sulle soluzioni per il riassetto del sistema idraulico), in parte presentati dagli stessi tecnici che li hanno redatti anche in occasione pubblica (Palaffari Firenze, 7/5/2018), ma comunque pubblicati e leggibili da tutti? Come si può parlare di opere da realizzare non compiutamente individuate o di mancanza di minimo livello informativo sulle opere di fronte a progetti dettagliati nei particolari, nelle tempistiche, nelle modalità esecutive e gestionali? Come si può esprimere giudizi sulla complessità delle opere senza fare riferimento alle soluzioni previste nel masterplan che migliorano la complessiva situazione ambientale e territoriale e di sicurezza idraulica rispetto a quella in essere (come certificato da tutti gli organismi statali e locali che hanno dato i pareri positivi)?

Ed entrando in aspetti specifici, come si può accogliere la contestazione di mancata definizione di procedure anti-rumore quando la VIA ha avallato proprio le procedure anti-rumore maturate e valutate nel corso di tale procedura (decolli “ICAO A”, distribuzione delle traiettorie di salita) e quando ulteriori eventuali correttivi non possono che essere definiti a pista funzionante in base a verifiche reali dei livelli acustici previsti? Come si può addirittura definire “incontestato” il fatto che Calenzano sia direttamente inciso dall’utilizzo monodirezionale della pista in quanto tutti i decolli e gli atterraggi avverranno sopra il suddetto comune, quando su Calenzano i voli non potranno esserci in alcun modo, neppure volendo, perché tale comune è del tutto fuori traiettoria? Forse si tratta di un refuso, ma solo non avendo alcuna conoscenza del progetto nuova pista, dei relativi studi e della situazione reale del territorio si può non accorgersi di aver scritto un simile madornale errore. E ancora, come si può definire, per rimarcare un giudizio di complessità delle opere da attuare, “spostamento di un fiume” quella che in realtà è la modifica di un tratto di un canale artificiale, che nel nuovo assetto peraltro risulterà migliorato, anche per la sicurezza idraulica dell’area? Leonardo da Vinci si rivolta nella tomba vedendo che a 500 anni dalla sua morte, nella sua terra, ci si spaventa di fronte a un’operina idraulica come quella prevista.

E poi c’è il capitolo dell’interpretazione che è stata fatta delle prescrizioni, su cui si basa gran parte della sentenza negativa e anche su questo le perplessità sono tante. Come si è evidenziato tante volte, non esiste VIA conclusa positivamente che non abbia il suo allegato di prescrizioni (che non sono sinonimo di progetto carente) ed ovviamente il numero è proporzionale all’entità ed importanza dell’opera. È quindi normale che siano numerose (formalmente 70, anche se meno per gli ambiti trattati) in un progetto come quello in oggetto, che per la prima volta dopo oltre quarant’anni crea una nuova pista aeroportuale in Italia, inserita in un piano territoriale ben più ampio. Com’è normale che gli adempimenti delle prescrizioni riguardino tutte le fasi seguenti il decreto VIA: quelle precedenti alla Conferenza dei Servizi e funzionali ad essa (espletate e certificate dall’Osservatorio Ambientale), quelle pre-cantieri, in corso d’opera e post-opera.

Certo, come abbiamo sempre evidenziato, alcune prescrizioni sono apparse da subito un po’ esagerate o cervellotiche, da accanimento terapeutico, frutto delle tante vicende che hanno accompagnato l’iter e dei tanti soggetti che ci hanno messo bocca, ma così sono state accettate, per come poste dagli organismi preposti. E al di là delle interpretazioni date ora, è davvero singolare che un soggetto attuatore di un’opera oggetto di VIA (in questo caso Toscana Aeroporti) sia obbligato da organi dello Stato (che decretano la VIA e annessi) prima ad adempiere a ogni tipo di prescrizione (e solo chi ha letto davvero i documenti sa a che livello maniacale di tutela ambientale si è arrivati…) e poi si veda bocciare il tutto da altro organo dello Stato perché le cose da fare per attuare il progetto sono giudicate troppe e troppo complesse o con contenuti non adeguati all’interpretazione che si dà del “concetto” di prescrizione!!

Presupponendo poi (pronti a ricrederci) che nella sede del TAR toscano non ci siano esperti nella miriade di tematiche specialistiche che sono coinvolte nell’elaborazione di progetti e studi su opere come quelle previste nel masterplan, la domanda che sorge spontanea è su cosa si siano basati i giudici per produrre la sentenza, chi ha letto le centinaia di documenti del masterplan prodotti in tre anni per poi suggerire gli argomenti e le considerazioni da sentenziare, anche per i toni usati nel descrivere i progetti. Da cittadini che non conoscono in specifico i meccanismi giuridici di un TAR, ma in nome dei quali viene emanata una sentenza, con tutto il rispetto dovuto ci piacerebbe sapere come tale sentenza sia stata elaborata. Ancor più considerando che in calce agli stessi documenti pubblicati lunedì scorso è attestato che la decisione è stata presa nella camera di consiglio nello stesso giorno dell’udienza (3/4/2019) e quindi, di nuovo, su che base conoscitiva può essere stata presa la decisione?

Le domande potrebbero essere ancora tante, ma ne poniamo solo un’altra più generale: com’è possibile ostacolare così pesantemente un progetto di riassetto di uno scalo e del suo intorno in nome della tutela ambientale (che in realtà sarebbe nettamente migliorata) e non tenere conto della situazione che – di conseguenza – si mantiene in essere, con tutte le criticità per i cittadini, l’ambiente e il territorio (per gli effetti anche ambientali delle disfunzioni della pista attuale che non stiamo qui a ricordare)? A meno che qualcuno non pensi già di far seguire alla sentenza del TAR un qualche decreto governativo che imponga un ridimensionamento dell’attuale scalo (nel traffico e nel ruolo previsto), come peraltro tra i sostenitori pentastellati toscani dell’attuale governo è stato fatto cenno lunedì scorso, ossia lo stesso giorno della pubblicazione della sentenza, “minacciando” che il Governo sarebbe già al lavoro su Firenze per soluzioni diverse in base proprio alla sentenza del TAR. E da qui un’altra domanda sorge spontanea: la conoscevano già?

Il Governo attualmente, tramite il ministro responsabile di Infrastrutture e Trasporti e/o suoi organi preposti (nuovi vertici ENAC) sta girando in lungo e in largo l’Italia per confermare sostegno e (dove previsti e possibili) finanziamenti per opere aeroportuali o infrastrutture esterne ma connesse agli scali un po’ per tutti gli aeroporti, in rispetto di piani avviati, come a Venezia, Cagliari, Bergamo, o sbloccando potenziamenti di piste di scali minori, come Salerno o Foggia, o destinando supporti finanziari a scali come Crotone e Reggio Calabria o a Parma, che proprio nei giorni scorsi ha avuto un contributo ENAC per salvare il bilancio della società di gestione, dopo aver già avuto l’ok al co-finanziamento pubblico per allungare la pista a 2.800 metri. Siamo molto curiosi di vedere cosa potrà uscire dalla tappa toscana di questo tour aeroportuale di Governo, se e quando ci sarà.

Anche perché, come già ora l’effetto dello stop al masterplan del “Vespucci” imposto dal TAR inevitabilmente, in una logica di sistema, ha effetto anche sui progetti per Pisa (come ben spiegato da Toscana Aeroporti), effetti di sistema non potrebbe che avere qualunque ipotetica idea di limitazione del traffico per ragioni ambientali. Perché anche l’aeroporto di Pisa presenta (da sempre) le stesse criticità da sorvolo di abitati come a Peretola e Quaracchi, con la differenza che a Pisa tale sorvolo interessa in continuità una fascia di città ancora più ampia (con il 70% dei decolli e gli atterraggi quando serve) e che tale situazione, nonostante i comitati cittadini di protesta, è stata sempre poco o per nulla nota all’opinione pubblica toscana perché mai colta e rilanciata da nessuno (media, politici, ambientalisti). Quindi se qualche anima istituzionale tosco-romana avesse davvero in mente per Firenze un’involuzione simile a fini di tutela ambientale, tale improbabile logica anti-aerea dovrebbe ricadere anche sul traffico esistente e sugli sviluppi previsti di Pisa, ridimensionando l’intero sistema toscano, ma più in generale su ogni scalo che presenta sorvoli di abitati (ossia su quasi tutti gli scali italiani, a cominciare da Bologna, anch’esso da sempre con voli che normalmente passano sulla città).

Così come, peraltro, in logiche di sistema nazionale, sarebbe stoppato ogni altro masterplan aeroportuale italiano, in attuazione o previsto, se venisse sottoposto al “trattamento” di ricorsi e sentenze riservato a quello fiorentino, mandando a gambe all’aria l’intero sistema paese. Ma in realtà e fuori dai paradossi, in tutto il resto d’Italia prosegue lo sviluppo aeroportuale previsto da contratti di programma e masterplan approvati, gestendo dove e come necessario le situazioni di criticità, anche superiori a quelle del “Vespucci” e senza i netti benefici ambientali che sarebbero garantiti invece se e quando fosse consetito di attuare il masterplan fiorentino (che è senza dubbio il piano aeroportuale più approfonditamente valutato, sotto ogni punto di vista, nella storia degli scali italiani).

Per concludere davvero, anche se ci sarebbe tanto altro da dire di fronte a quello che sta accadendo di nuovo qui, da qualunque parte si guardi la vicenda, stiamo vivendo un’ennesima pagina assurda di una sceneggiata che dura da mezzo secolo su un’opera – la nuova pista del “Vespucci” – che resta assolutamente fattibile, sostenibile e necessaria, per uno scalo – il “Vespucci” di Firenze – che resta una delle infrastrutture aeroportuali più utili e giustificate a livello nazionale e internazionale, in un contesto – Firenze, la piana e la Toscana centrale – che è una delle aree a maggiore domanda di traffico aereo in Italia e in Europa (l’unica ancora non servita da un aeroporto adeguato). Per quel che può valere in questo momento, è bene ricordarlo sempre al di là di tutto e tutti.

27/5/2019 – Riportiamo integralmente il comunicato diffuso da Toscana Aeroporti circa la sentenza del TAR toscano sul decreto VIA del masterplan del “Vespucci” resa nota oggi, comunicato che rappresenta perfettamente tutto lo sconcerto che non può che esprimere qualunque persona di buon senso e chiunque abbia seguito le lungissime procedure completate e conosca i contenuti di studi e progetti della nuova pista e delle opere connesse infrastrutturali, ambientali e territoriali.  

 

TOSCANA AEROPORTI APPRENDE CON SCONCERTO LA SENTENZA DEL TAR
Il Giudice Amministrativo annulla tre anni di studi e valutazioni tecniche

Firenze, 27 maggio 2019 – In merito alla sentenza del TAR della regione Toscana che ha accolto i ricorsi presentati dai comitati e dai “Comuni della Piana” annullando il Decreto legge relativo all’approvazione della Valutazione di Impatto Ambientale per la nuova pista dell’aeroporto di Firenze, Toscana Aeroporti apprende con sconcerto l’esito delle sentenze.

Appare chiaro come purtroppo sia impossibile realizzare opere infrastrutturali in Italia in quanto il Giudice ha completamente rovesciato la valutazione data dalla Commissione nazionale ministeriale di esperti, condivisa e avvallata dai Ministeri competenti di tre governi diversi (Renzi, Gentiloni, Conte) circa l’idoneità della documentazione tecnica a dimostrare l’assenza di impatti negativi sull’ambiente. 

Secondo il TAR, infatti, l’amministrazione avrebbe dovuto chiedere ulteriori approfondimenti laddove invece ha ritenuto l’istruttoria esaustiva e completa. Il D.Lgs 152 del 2006, come modificato dal D.Lgs 104 del 2017, all’articolo 5 però stabilisce che la VIA si svolge su un progetto presentante “un livello informativo e di dettaglio almeno equivalente a quello del progetto di fattibilità come definito dell’art, 23 commi 5 e 6, del dlgs 18 aprile 2016 n 50, o comunque con un livello tale da consentire la compiuta valutazione degli impatti ambientali”. Citiamo, quindi, in totale contrasto tecnico rispetto a quanto sentenziato dal Giudice  la lettera inviata ad ENAC dalla Direzione Valutazioni Ambientali del Ministero dell’Ambiente che, testualmente, conclude dichiarando che “la documentazione progettuale già agli atti del procedimento può ritenersi adeguata rispetto alle finalità della disciplina VIA….già ritenuta sufficiente e completa”.

Si evidenzia, inoltre, che non è stata Toscana Aeroporti a ritenere adeguati alla Valutazione di Impatto Ambientale i dettagli progettuali ma le strutture tecniche ministeriali competenti. Toscana Aeroporti ha fatto ciò tutto ciò che gli è stato richiesto nel corso dei procedimenti amministravi.

La sentenza non affronta profili giuridici ma entra nel merito dei dettagli tecnici sovvertendo il giudizio dei tecnici istituzionali all’uopo preposti. Appare, peraltro, quantomeno singolare che il Giudice, entrato nel merito dei dettagli progettuali, non si sia avvalso di un proprio consulente tecnico e che la sentenza sia stata deliberata lo stesso giorno dell’udienza. In pratica, in qualche ora il Collegio giudicante ha studiato, approfondito e valutato senza aver alcuna competenza tecnica in materia 146 elaborati progettuali e un totale di 399 elaborati tecnici e ambientali, la cui predisposizione e approvazione ha visto impegnati tecnici ministeriali e istituzionali qualificati e varie Università per oltre due anni e mezzo.

Il Giudice censura, infine, che dell’Osservatorio ambientale, a cui sono state demandate le verifiche di ottemperanza alle prescrizioni, non abbia fatto parte alcun rappresentante dei Comuni avversi all’opera. Non esiste una Legge che preveda ciò che il Giudice ha stabilito.

La sentenza interrompe le procedure necessarie per la realizzazione dell’intervento malgrado la favorevole conclusione della Conferenza dei Servizi. 

Toscana Aeroporti ha dato mandato ai propri legali in difesa dei propri legittimi interessi, dei suoi  azionisti, della Città di Firenze che aspetta questa opera da 50 anni e di tutti quelli che vogliono infrastrutture come motore di sviluppo e di benessere, di proporre immediatamente appello  al Consiglio di Stato con richiesta di sospensiva.

Pubblicato “Aeroporto” n° 87

On 30 Aprile 2019, in Aeroporto Firenze, by admin

30/4/2019 È uscito il nuovo numero di “Aeroporto” (Aprile-Giugno 2019), il notiziario dell’Associazione Valentino Giannotti per lo Sviluppo dell’Aeroporto di Firenze.

Aeroporto n° 87 è in gran parte dedicato agli ultimi sviluppi dell’iter del masterplan del “Vespucci”, che lo scorso 15 aprile ha completato il percorso approvativo con l’emanazione del decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti seguito alla fine della Conferenza dei Servizi ed a commenti sulle iniziative di contestazione verso l’aeroporto dell’area fiorentina ancora presenti in alcuni ambiti istituzionali e dei comitati.

L’apertura del notiziario è dedicata ad un promemoria sui benefici generali e prevalenti indotti dalla realizzazione dei progetti previsti con il masterplan aeroportuale per i cittadini, il territorio e l’ambiente.

Tra gli altri contenuti, l’inquadramento della Toscana nel sistema aeroportuale nazionale delineato nell’annuale rapporto ENAC su traffico aereo italiano relativo al 2018 ed una carrellata informativa su alcuni progetti aeroportuali in atto in Europa, a dimostrazione della dinamicità del settore in cui anche la Toscana deve potersi inserire con l’avvio al più presto delle opere previste nei due masterplan di Firenze e Pisa.

 “Aeroporto” n° 87 è scaricabile direttamente cliccando qui oppure dalla apposita sezione del sito dove sono disponibili anche tutti gli arretrati.

16/4/2019 – Riportiamo di seguito i comunicati stampa di Toscana Aeroporti e Corporacion America Italia a commento dell’atto finale dell’iter autorizzativo del masterplan dell’aeroporto di Firenze emanato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

 

Firenze, 16 aprile 2019 – Toscana Aeroporti apprende con soddisfazione la notizia della firma del decreto da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che sancisce la conclusione positiva del procedimento del Masterplan 2014-2029 dell’Aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze che prevede la realizzazione di una nuova pista da 2.400 metri e di un nuovo terminal.

Con il decreto odierno si conclude l’iter autorizzativo dell’opera, avviato nel 2015, che aveva ottenuto il decreto di giudizio favorevole di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) il 28 dicembre 2017 e aveva visto la conclusione dei lavori della Conferenza dei Servizi lo scorso 6 febbraio.

Il provvedimento sarà ora trasmesso dal Ministero a ENAC per i successivi adempimenti di competenza.

«Il provvedimento odierno pone un timbro indelebile su un percorso autorizzativo durato 4 anni che ha visto impegnati quotidianamente decine di dipendenti e collaboratori ai quali va il mio ringraziamento. Un progetto atteso da oltre 50 anni che oggi trova il tassello definitivo verso la realizzazione della nuova pista e del nuovo terminal dell’aeroporto di Firenze che consentiranno di risolvere gli attuali limiti strutturali e di dotare la città di Firenze e l’intera Toscana di un’infrastruttura strategica per rispondere alla domanda inevasa di traffico in regione», ha affermato il Presidente di Toscana Aeroporti Marco Carrai.

 

Firenze, 16 aprile 2019 – Corporacion America Italia, in qualità di azionista di controllo di Toscana Aeroporti, apprende con soddisfazione la notizia della firma del decreto da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che sancisce la conclusione positiva del procedimento del Masterplan 2014-2029 dell’Aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze che prevede la realizzazione di una nuova pista da 2.400 metri e di un nuovo terminal.

«La notizia della firma del decreto da parte del Ministero giunge proprio nei giorni in cui mi trovo a Firenze a visionare il progetto per la realizzazione della nuova pista e del nuovo terminal. Corporacion America gestisce 53 aeroporti in tutto il Mondo e quello di Firenze rappresenterà uno dei fiori all’occhiello del Gruppo: un’infrastruttura capace di inserirsi in maniera sostenibile nel territorio e all’altezza del prestigio universalmente riconosciuto alla città di Firenze e alla Toscana», ha dichiarato Eduardo Eurnekian.

11/2/2019 – Riportiamo il testo del comunicato stampa diffuso da Toscana Aeroporti questo pomeriggio in risposta all’ultimo filone di esternazioni del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli circa i finanziamenti per l’attuazione del masterplan del “Vespucci” e l’assetto della società di gestione degli scali toscani, ribadite anche oggi in dichiarazioni ai media in occasione della presenza alla cerimonia di inaugurazione della linea T2 della tranvia di Firenze.

 

TOSCANA AEROPORTI IN MERITO ALLE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO DANILO TONINELLI

Firenze, 11 febbraio 2019 – Occorre ricordare al Ministro che Toscana Aeroporti è una società quotata in Borsa Italiana e come tale sensibile a dichiarazioni che ne possono influenzare l’andamento azionario a svantaggio anche di tanti piccoli risparmiatori che hanno investito nell’azienda.

Riteniamo pertanto doveroso fare alcune precisazioni:

 

– La Procedura di infrazione

Sarebbe opportuno che il Ministro per primo facesse chiarezza e non confusione. La procedura d’infrazione, a cui si riferisce, si ritiene riguardi i contratti di programma di quasi tutti gli aeroporti italiani. I contratti di programma regolamentano i piani di investimento quadriennali (nel caso specifico dal 2015 al 2018) tra il gestore aeroportuale e lo Stato, attravero Enac e ART (Autorità di Regolamentazione dei Trasporti).

L’art 1 comma 11 del DL 133/2014 ha disposto che sono “approvati con decreto del MIT, i contratti di programma sottoscritti da Enac con i gestori degli scali aeroportuali di interesse nazionale”. Come quasi la totalità dei contratti di programma, anche quello dell’aeroporto di Firenze è stato “approvato” da Enac ma non anora “sottoscritto” dal MIT. Mancherebbe quindi la ratifica del Mit per l’approvazione definitiva del Contratto di Programma.

La quasi totalità degli aeroporti italiani, oggi, applicano le tariffe concordate negli accordi di programma ordinari vigenti, anche se in assenza della firma del MIT. Questo è un problema annoso di tutto il sistema aeroportuale italiano.

 

– I finanziamenti

Altra cosa invece è il percorso relativo al finanziamento della realizzazione dell’opera di Firenze, argomento su cui evidentemente il Ministro è male informato.

In questo caso l’iter, così come previsto dalla normativa, prevede una prima prenotifica, su cui viene fatto un lavoro preliminare, per una successiva notifica.

Per quanto riguarda l’aeroporto di Firenze, così come risulta dalle stesse recenti dichiarazioni del Presidente della Regione Rossi, il Mit ha inviato solo la prenotifica, su cui è stato avviato un lavoro preliminare che avrebbe già dato esito positivo.

Pertanto Toscana Aeroporti chiede al Ministro che l’iter, che consentirebbe di ottenere un finanziamento pubblico al masssimo del 50%, sia portato a termine senza indugio così come disciplina la normativa europea in materia secondo l’art. 108 del TFUE, che prevede inoltre che i relativi adempimenti vengano svolti dalle autorità italiante ancorchè con il supporto della Azienda beneficiaria.

Occorre, infine, ricordare che il contributo pubblico di cui l’aeroporto di Firenze può beneficiare per legge, sarà significativamente inferiore alla soglia ammissibile (50%) per aeroporti con meno di 3 milioni di passeggeri come nel caso del Vespucci.

 

I presunti atti “illeciti”

Toscana Aeroporti invita il Ministro ad abbandonare la via della diffamazione alludendo a presunte azioni illegali compiute dall’azienda in “combutta” con “gli amici degli amici”. Toscana Aeroporti non ha violato alcuna legge. Il sistema aeroportuale è stato definito da un Decreto del Presidente della Repubblica in data 17/09/2015. L’accordo di programma dell’aeroproto di Firenze è stato predisposto seguendo il percorso previsto dalla Legge e sottoscritto il 09/10/2015 (non è chiaro quindi a quali atti “illeciti” si riferisca il Ministro). Le opere di compensazione relative al Master Plan sono state stabilite dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente.

Riteniamo che tali affermazioni danneggino l’immagine e la reputazione di Toscana Aeroporti e del suo management, cosa che l’azienda non può consentire.

 

-Aumento di capitale

Quanto al ventilato ingresso dello Stato dentro il capitale della Società, non spetta a Toscana Aeroproti rispondere ma ai suoi azionisti. Tuttavia, richiamiamo l’attenzione sulla la normativa vigente, il Decreto 175 del 2016, che pone dei limiti insuperabili in ordine all’acquisizione di una partecipazione da parte dello Stato.

11/1/2019  – Riproponiamo di seguito il testo integrale pubblicato oggi su tutti i giornali locali della quarta parte della replica di Toscana Aeroporti alle esternazioni ciclicamente sparate contro la nuova pista e lo scalo fiorentino, questa volta riferita alla lettera del generale Luciano Battisti apparsa su La Nazione lo scorso 7 gennaio.

 

ORA BASTA – QUARTA PUNTATA

Siamo tutti esperti di tutto.

Ancora una volta siamo costretti ad intervenire per tentare di ristabilire la verità tra le tante sciocchezze che vengono dette sull’annoso tema della nuova pista dell’aeroporto di Firenze.

Ancora una volta il Generale Luciano Battisti, ex pilota militare ed ex comandante della 46ma Brigata Aerea di Pisa, è tornato a scrivere sostenendo che Toscana Aeroporti lo avrebbe fatto passare come uno “spacciatore seriale di fake news e un incompetente in campo aviatorio commerciale” non tenendo conto del suo curriculum.

Proprio leggendo il curriculum, annotato a penna come ultima delle sue esperienze lavorative, si scopre dell’esperienza del Generale in qualità di consulente della Regione Toscana e con più precisione dell’allora assessore Marson dal dicembre 2010 al novembre 2012. In effetti, nella delibera N. 995 del 24/11/2010 della Giunta Regionale Toscana il Generale Battisti veniva nominato consulente, a titolo gratuito con un rimborso spese massimo di 10.000€, dell’assessore Marson per l’integrazione al PIT nella parte riguardante proprio l’aeroporto di Firenze.

Stupisce quindi che il Generale, che pure ha preso parte alla stesura della documentazione relativa all’integrazione al PIT, commetta l’errore di citare quei dati che non riguardano l’attuale master plan ma la pista che il consulente Battisti avrebbe voluto fare e che, proprio perché non migliorativa, Enac e gli organismi competenti hanno scartato.

Tanto che già allora l’Enac bocciava l’ipotesi di allungamento della pista attuale, come facilmente riscontrabile dalla stessa documentazione che cita il Generale ma che tralascia di riportare per intero, affermando: “in questa sede le ipotesi oggetto di approfondimento valutate da ENAC e ENAV, così come concordato nella riunione del 6/12/2011 tra ENAC, ENAV e Regione Toscana, sono limitate ai posizionamenti 09/27 (pista obliqua) e 12/30 (pista parallela), tralasciando l’ipotesi di allungamento dell’attuale infrastruttura che non darebbe luogo a concreti miglioramenti operativo/funzionali e territoriali/ambientali.”

FAKE “Toscana Aeroporti meglio avrebbe fatto, a rileggere accuratamente i documenti prodotti nel tempo da Enac, Enav, AdF, Regione Toscana, Arpat e Gruppo di lavoro Unifi (studio del 2009) e scoprire che negli stessi vi sono più elementi a sfavore del progetto della nuova pista di Firenze Peretola con utilizzo monodirezionale che elementi a favore.”
LA VERITÀ Intanto occorre ricordare al Generale che non solo Toscana Aeroporti quei documenti li ha letti accuratamente ma, in quanto AdF, ha anche collaborato alla loro stesura.
Purtroppo il Generale Battisti continua rievocare documenti relativi alla redazione della variante al PIT della Regione Toscana del 2013 (“Integrazione al PIT per la definizione del Parco agricolo della Piana e la qualificazione dell’Aeroporto di Firenze”), ormai desueti, decaduti con l’abrogazione da parte del TAR della variante e superati dal reale progetto di pista parallela 12-30, approvato da Enac, Ministero Ambiente, Ministero Beni Cultruali e oggi in Conferenza dei Serivizi.
Per di più il Generale si ostina a dare giudizi personali infondati poiché tutta la documentazione, prodotta nelle fasi di approvazione del PIT, evidenziava già allora come la pista parallela fosse la migliore soluzione possibile per la qualificazione dello scalo fiorentino, in coerenza con la realizzazione del Parco Agricolo della Piana.

FAKE “In tal senso è emblematico il documento «Integrazione al PIT della Regione Toscana» del 2013 che contiene lo studio Enac per la valutazione delle ipotesi di pista 09/27 e 12/30. II documento è corposo e pare che i tifosi non abbiano continuato la lettura perché a pagina 290 lo Studio Transtech conclude, nell’ipotesi di pista monodirezionale che «lascia quindi ipotizzare la possibilità di mantenere l’attuale capacità aeroportuale (sic)».”
LA VERITÀ Purtroppo in questo passaggio il Generale si distingue per scorrettezza (nella peggiore delle ipotesi) o per sbadataggine (nella migliore). Il documento che lui cita a sostegno della sua tesi per cui la pista parallela monodirezionale non risolve i problemi riguarda lo studio fatto illo tempore per una pista di 2.000 metri e non per quella di 2.400 il cui master plan è stato approvato e di cui è in corso l’iter autorizzativo. Inoltre se avesse preso la briga di non fare taglia e incolla ma di riprendere per intero il paragrafo avrebbe potuto notare anche lui che le conclusioni dello studio erano totalmente a sostegno del progetto pista parallela:
“Sulla base dell’analisi effettuata e delle assunzioni fatte, la nuova geometria di pista appare idonea a supportare procedure strumentali a standard ICAO, garantendo l’operatività dell’aeroporto anche in condizioni meteo avverse. La nuova pista appare idonea ad accettare anche aeromobili di cat. D e vede superate le attuali limitazioni per aeromobili di classe inferiore.
In termini di capacità aeroportuale, la struttura di rotte e procedure individuate non è molto diversa dall’attuale e lascia, quindi, ipotizzare la possibilità di mantenere l’attuale capacità aeroportuale (ndr per capacità aeroportuale si intende il numero di voli possibili che anche un bambino capisce che non varia dalla lunghezza della pista ma che con aerei più grandi a parità di movimenti garantirebbero più passeggeri e maggiori destinazioni e soprattutto partenze e arrivi assicurati e non dirottamenti quasi certi come avvenuto in questi giorni per la nebbia ).”

FAKE “A pagina 825 Arpat stima che l’8% degli atterraggi ed il 7% dei decolli debbano avvenire con il sorvolo di Firenze. Alle pagine 872/873 Enac ed AdF in due tabelle prevedono che un certo numero di atterraggi e di decolli avvenga con il sorvolo di Firenze e, passando dai numeri alle percentuali si scopre che il 20% degli atterraggi ed il 16% dei decolli dovrebbero avvenire con il sorvolo di Firenze.”
“A meno che quanto sopra non venga documentalmente sconfessato in toto, al dichiarato obiettivo di 48.430 movimenti per il 2029 verrebbero a mancare per Arpat 1.937 arrivi e 1.695 partenze e perAdF ed Enac 4.843 arrivi e 3.874 partenze e questo solo per limitazioni per vento in coda. Da rilevare che sugli attuali 32.000 movimenti/anno mille dirottamenti sono solo il 6.4% di cui solo una parte per vento in coda.”
LA VERITÀ Evidentemente lo sport di estrapolare pezzi di frasi da documenti diversi e incollarli a proprio piacimento sta tentando anche il Generale, che pure ha fama di essere persona rigorosa.
Il Generale continua ad utilizzare vecchi documenti che, oltre ad essere riferiti a un’infrastruttura diversa da quella prevista oggi, riguardano valutazioni di ARPAT nell’ambito del Rapporto Ambientale dell’integrazione al PIT (Allegato C, Appendice 3 e 4). Si trattava di in una simulazione che voleva verificare un ipotetico uso non strettamente monodirezionale della nuova pista, quindi supponendo una quota di voli anche lato Firenze caratterizzata da dati ipotizzati da ARPAT e non attribuibili a valutazioni di ADF o ENAC.
Una simulazione teorica che non aveva stretta attinenza con l’allora progetto di pista parallela e che non ne ha alcuna con quello attuale approvato.
La realtà operativa della nuova pista è quella indicata nei documenti attuali, con il netto miglioramento rispetto alla pista esistente per la diversa incidenza dei venti, con possibili casistiche di limitazioni per vento in coda poco significative (venti da est o ovest, quantificati rispettivamente nello 0,35% e 0,30% nella casistica storica considerata perle valutazioni).

FAKE “E’ molto più «fake” dire che il prolungamento dell’attuale pista non migliorerebbe la sicurezza del volo e l’operatività, mentre dall’altro lato volere una pista di 2.400 metri anziché di 2.000 per una maggior sicurezza del volo.”
LA VERITÀ Non vi è alcun dubbio che una pista più è lunga maggiore potrà essere il suo livello di sicurezza (ferme restando tutte le altre condizioni che configurano le caratteristiche di una pista).
Risulta però fuori luogo il riferimento alla “sicurezza” in quanto – si ribadisce per l’ennesima volta – la sicurezza della pista è sempre e comunque garantita , per l’attuale come per la nuova, in base a quanto richiesto dalle norme e certificato dagli enti competenti.

FAKE “Nel dichiararmi pronto a qualsivoglia confronto documenti alla mano, suggerirei di avere pronto un piano B: quello del massimo prolungamento possibile dell’attuale pista, lasciando invariato l’attuale punto di atterraggio e completando la via di rullaggio.”
LA VERITÀ Ancora una volta, un eventuale prolungamento fisico del nastro di pista esistente (al di là dei problemi di fattibilità tecnica per gli ostacoli presenti a ridosso delle testate), manterrebbe sostanzialmente invariate le criticità operative e non porterebbe ad alcun beneficio in termini di impatto ambientale sugli abitati di Brozzi Peretola e Quaracchi.
Rimane, tuttavia, un fulgido esempio di attaccamento alle proprie idee la protervia con cui il Generale insista a proporre l’allungamento della pista attuale, nonostante le infinite occasioni in cui gli sia stato spiegato che ciò è del tutto inutile e infattibile.

Francamente risulta poco comprensibile l’accanimento del Generale nel sostenere un’ipotesi, considerata da tutti i soggetti tecnici preposti, inutile e irrealizzabile.
L’atteggiamento del Generale ricorda molto quello di quei bambini che giocano a tirare i rigori e ad ogni tiro il portiere dice :”non è goal, non ero pronto! … Non è goal, era alta! … Non è goal, non ho detto via! …”

Vorremmo sommessamente ricordare al Generale, parafrasando una leggenda del calcio, che “goal è quando arbitro fischia!”

22/12/2018 – Riproponiamo di seguito il testo integrale, pubblicato oggi su tutti i giornali locali, della terza parte della replica di Toscana Aeroporti alle dichiarazioni infondate che si susseguono sulla questione del masterplan del “Vespucci”, questa volta dedicata anche alle esternazioni dell’amministrazione comunale di Sesto Fiorentino.

 

ORA BASTA – TERZA PUNTATA

Ancora una volta sentiamo il bisogno di intervenire per fare chiarezza sulle troppe inesattezze raccontate da chi, contrario ideologicamente alla nuova pista dell’aeroporto di Firenze, tenta maldestramente di sostenere argomentazioni “tecniche” il più delle volte campate per aria.
È giunta l’ora di mettere fine alle parole in libertà e di rispondere tecnicamente punto per punto. Lo dobbiamo ai nostri azionisti, ai nostri dipendenti, alla città di Firenze e a tutta la Toscana.

FAKE “L’attuale pista non è sicura”
LA VERITÀ Toscana Aeroporti continua a ribadire la falsità e la gravità delle affermazioni che mettano in discussione la sicurezza dello scalo fiorentino.
L’AEROPORTO DI FIRENZE A. VESPUCCI È sicuro al 100%. È stato recentemente certificato dall’Autorità Europea per la Sicurezza Aerea ed è quindi sicuro e rispetta tutte le normative più stringenti nazionali e internazionali.
Ma soprattutto la pista è certificata dai capi pilota di ciascuna delle compagnie aeree che operano a Firenze, i quali autorizzano i propri piloti ad atterrare sulla pista del Vespucci.

FAKE La futura pista parallela presenta delle criticità che la mettono in discussione.
LA VERITÀ Il progetto della pista è esaminato in tutti i suoi aspetti da oltre 10 anni:
– 2008 analisi di cinque ipotesi di pista. Soggetti coinvolti: Enac, AdF, Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Firenze, Comune di Sesto Fiorentino, Comune di Campi Bisenzio, Arpat, Università di Firenze;
– 2012 Integrazione al PIT Regionale: soggetti coinvolti Arpat (Rapporto Ambientale), Autorità di Bacino e Consorzio di Bonifica (analisi nuovo assetto idrologico), IRPET (studio impatto economico), Enav (analisi traiettorie nuove rotte e operatività aeronautica), Enac (analisi nuova giacitura pista);
– 2014 approvazione in linea tecnica del nuovo Master Plan dell’aeroporto di Firenze da parte di Enac;
– 2015-2018 Valutazione di impatto ambientale: tre anni di analisi di tutti gli aspetti ambientali da parte della Commissione Ministeriale che ha raccolto tutte le osservazione degli enti locali e dei soggetti interessati, compreso il Ministero dei Beni Culturali;
– 2018 Istituzione dell’Osservatorio Ambientale, soggetto che ha il compito di verificare che le prescrizioni stabilite dal Decreto VIA vengano ottemperate;
– 2018 La Conferenza dei Servizi valuta la Conformità Urbanistica del Master Plan e di tutte le sue opere, fra le quali quelle di compensazione.
Alla fine di questo decennale percorso TUTTE LE CRITICITÀ RELATIVE ALLA NUOVA PISTA SONO STATE RISOLTE. La chiusura dell’iter autorizzativo è stata rinviata al 29 gennaio solo per l’approfondimento progettuale di alcuni orti di contorno al lago di Signa, nel loro rapporto relazionale con una previsione viaria della Regione.

FAKE La nuova pista non risolve i problemi della pista attuale.
LA VERITÀ Indipendentemente dalle analisi dei tecnici, dovrebbe essere sufficiente il semplice buonsenso a far dire che se ruotando la pista non vi sarà più alcun sorvolo sulle abitazioni di Brozzi Peretola e Quaracchi e le nuove traiettorie non interesseranno alcun centro abitato, allora la nuova pista va fatta.

FAKE Con la nuova pista aumenteranno i voli su Firenze, la pista sarà bidirezionale.
LA VERITÀ La nuova pista dell’aeroporto di Firenze sarà monodirezionale, perché questo è stato previsto e questo è stato autorizzato dal decreto VIA dei Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali n. 377 del 28/12/2017:
decreta la compatibilità ambientale dei “Master Plan 2014-2029” dell’aeroporto di Firenze…con utilizzo esclusivamente mono-direzionale delle pista a orientamento 12-30…

FAKE Inutile investire su Firenze per la nuova pista, meglio investire su Pisa e considerarla unico aeroporto strategico nazionale.”
LA VERITÀ La possibilità di finanziare con soldi pubblici un aeroporto è regolamentata dalla Commissione Europea. Le Linee Guida sugli aiuti di Stato consentono il sostegno pubblico solo nei seguenti casi:
– traffico inferiore a 1 milione, finanziamento fino al 75%
– traffico da 1 a 3 milioni , finanziamento fino al massimo del 50% (Firenze)
– da 3 a 5 milioni, finanziamento fino al massimo dei 25%
– traffico oltre i 5 milioni , finanziamento zero ( Pisa).
Purtroppo, dal nostro punto di vista, l’aeroporto di Pisa non può ricevere finanziamenti pubblici. Per l’aeroporto di Firenze sono previsti 150 milioni di contributo pubblico, circa il 45% dell’investimento totale.

FAKE Il Vice Sindaco di Sesto Fiorentino ha affermato: 1.) “II Mibact ha posto un problema dello spostamento di un lago di 11 ha, sottoposto ad un vincolo, dal Comune di Sesto Fiorentino al Comune di Signa. Su questo non è stato convinto il Mibact e non ha dato parere completamente favorevole.”
LA VERITÀ Il Mibact, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, competente in tema di impatto paesaggistico ha dato parere favorevole allo spostamento del lago già a partire dalla fase di VIA.
II 6 Dicembre, con lettera protocollata con n. 24006, ha inviato il proprio “Parere di Competenza” che dice testualmente:
Relativamente al Piano Manetti (lago di Signa )… questo Ufficio, per quanto di competenza, formula PARERE FAVOREVOLE di compatibilità urbanistica dell’intervento.”
La richiesta di dettaglio di progettazione riguarda esclusivamente l’analisi del coordinamento e del dialogo paesaggistico fra le sistemazioni a carattere naturalistico esterne al lago e la prevista viabilità regionale. Il progetto di per sé è già stato valutato positivamente dall’Osservatorio Ambientale e il MIBAC ha riscontrato la sola necessità di integrazione con la previsione infrastrutturale della Regione.

FAKE 2.) “il consumo di territorio e il disastro ambientale che si consumerebbe con la distruzione di 200 ettari di parco agricolo, produrrebbero molti più danni… Di oggi la ricerca dell’ISPRA che dice che con l’aumento delle polveri sottili, PM10 e PM2,5 nelle città la qualità della vita e l’aumento dei casi di morti per inquinamento è in ascesa nel nostro paese.”
LA VERITÀ Riteniamo molto imprudente che un amministratore pubblico crei un allarmismo infondato facendo leva sulla paura dei cittadini che amministra.
I dati ufficiali della Regione Toscana sull’inquinamento atmosferico evidenziano che l’aeroporto incide (ed inciderà anche in futuro), in termini di polveri sottili, meno dell’l% sulle emissioni provinciali.
I dati analizzati da ARPATriscontrano che la concentrazione media di PM10 nella zona dell’agglomerato di Firenze è risultata, lo scorso anno, fra le minime regionali e negli ultimi 10 anni tutte le stazioni di monitoraggio della zona hanno fatto registrare trend in importante diminuzione.
L’impatto dell’aeroporto sulle polveri sottili è, quindi, assolutamente IRRILEVANTE.

FAKE 3.) “200 ettari di cemento e catrame credo sia un danno per i nostri territori. …Il parco della piana non c’è più.”
LA VERITÀ Il Parco della Piana ha un’estensione di 7.000 ettari. L’aeroporto di Firenze, che già oggi si trova all’interno del parco della piana, occupa 145 ettari. Con la nuova pista ed il nuovo redime occuperà 245 ettari.
Quindi con la nuova pista, il consumo di territorio della piana da ascrivere all’aeroporto aumenterà di 100 ettari (in Comune di Sesto Fiorentino e Firenze) su 7.000. Gli ettari di “cemento e catrame” saranno poco più di 70, il resto saranno aree verdi, argini e opere idrauliche.
Inoltre, per compensare gli 80 ettari che l’aeroporto sottrae al solo Comune di Sesto Fiorentino, Toscana Aeroporti realizzerà un parco perturbano nell’area a sud della Perfetti Ricasoli, di circa 90 ettari che, sommati alle altre aree verdi di Masterplan, portano a 220 gli ettari di territorio destinati a parchi , boschi, prati, aree ricreative e piste ciclabili.
La realizzazione del parco, dell’area di tutela degli anfibi e dell’area umida di Santa Croce è stata una proposta di Toscana Aeroporti, che ad oggi non ha riscontrato alcun interesse dal parte dell’attuale amministrazione comunale di Sesto, né per quanto riguarda le funzioni e le caratteristiche del parco e delle aree ecologiche, nè per quanto riguarda le loro modalità di gestione.

Castello, aeroporto, stadio, ecc.

On 5 Giugno 2018, in Aeroporto Firenze, by admin

Toscana Aeroporti ha comunicato ufficialmente lo scorso venerdì la stipula del contratto preliminare per l’acquisizione dei terreni dell’area di Castello dall’attuale proprietario, la società NIT-Nuove Iniziative Toscane (società immobiliare controllata dal Gruppo Unipol). L’accordo riguarda terreni per 123 ettari, con un corrispettivo di compravendita di 75 milioni di euro.

Il contratto stipulato ha validità di 18 mesi, prolungabile di ulteriori sei, ed è condizionato per la sua definitiva conclusione a due atti determinanti per il futuro dell’area: “l’approvazione finale del Master Plan dell’aeroporto di Firenze a seguito della conclusione della Conferenza dei Servizi per l’ottenimento della Conformità Urbanistica”; “l’adozione della variante PUE Castello, secondo le linee guida indicate nel dicembre 2017 dal Consiglio Comunale del Comune di Firenze, che indica l’uso previsto delle diverse aree e degli standard urbanistici da rispettare in relazione a ciascuna area”. Nel comunicato viene sottolineata l’importanza storica dell’atto, cui è legata l’attuazione di progetti strategici attesi da mezzo secolo, dall’adeguamento dell’aeroporto (secondo il masterplan in iter) alle altre opere e previsioni per l’area nord-ovest di Firenze connesse alla realizzazione del nuovo assetto aeroportuale e alla definizione del quadro dei vincoli e degli usi consentiti per il suo intorno. Su tutti, naturalmente, la vicenda stadio e “cittadella viola”, ma anche gli altri insediamenti realizzabili e previsti, seppur ridimensionati nelle volumetrie, nei 168 ettari dell’area complessiva di Castello, che ricomprendono (confermati) 80 ettari di parco.

Lo scenario che si dovrebbe delineare con l’atto (quasi) concluso è effettivamente di grande importanza, perché riporterebbe finalmente al posto giusto gli elementi di un puzzle che per tanti anni sono rimasti spesso fuori posto con ipotesi discutibili o proprio sbagliate, pensate (consapevolmente o inconsapevolmente) tenendo conto poco o nulla dell’esistenza dell’infrastruttura aeroportuale e delle sue esigenze di adeguamento ed operative, creando problemi allo scalo ma anche alla reale realizzabilità delle altre opere. Per ritrovare nel passato una impostazione della pianificazione di quest’area che tenesse conto chiaramente dello scalo aereo bisogna andare al Piano Regolatore di Firenze dei primi anni ’90 (piano Vittorini, giunta Morales) che poneva l’assetto migliore necessario per lo scalo (come allora in progetto) quale elemento base per definire l’assetto dell’area di Castello (poi, cambiati gli scenari politici fiorentini, anche questa impostazione cambiò). Ma l’area di Castello, volenti o nolenti, è rimasta sempre connessa alle vicende dell’aeroporto, com’è ovvio che sia per due realtà che coesistono nella stessa porzione di piana e confinano per oltre due chilometri, dagli svincoli stradali a sud alla porzione nord sotto le colline.

Nell’assetto attuale di pista l’area di Castello è stata interessata fisicamente da progetti aeroportuali (rimasti in gran parte sulla carta) che richiedevano acquisizioni di terreni per l’allungamento completo della pista, la costruzione della bretella di rullaggio, l’ampliamento dell’area terminale dello scalo (aerostazione, piazzali, ecc.). Nell’assetto previsto con la nuova pista l’area di Castello non è fisicamente interessata dall’infrastruttura di volo, che risulterà anche più distante, ma da aree (circa 30 ettari) necessarie per l’ampliamento dell’area terminale (aerostazione, piazzali, parcheggi, ecc.). In entrambi i due assetti aeroportuali incide, con diversa valenza, il quadro dei vincoli e quindi delle destinazioni compatibili attorno allo scalo. In particolare varia l’uso del territorio in relazione alle zone di rischio: con la pista attuale l’intera area di Castello vi è ricompresa, in gran parte con i vincoli laterali alla pista (zone C e D) e, per una porzione in asse pista verso nord, con vincoli più restrittivi (zona A). Con la nuova pista non tutta l’area di Castello è interessata: una porzione maggiore è ricompresa nei vincoli in asse pista lato Firenze (zone A e B), lato su cui comunque non sono previste procedure di volo; su un parte minore incidono i vincoli laterali (zone C e D), mentre la fascia nord, verso la ferrovia, è esterna a tali zone. 

Con questo assetto aeroportuale e urbanistico, conseguente all’evoluzione prospettata con l’approvazione definitiva del masterplan aeroportuale e della nuova variante Castello e la chiusura del passaggio di proprietà dell’area, arriverebbe davvero al termine una pagina antica della storia fiorentina e toscana. Ma com’è sempre stato, il passaggio essenziale per tutto ciò resta anche oggi la definitiva soluzione della questione aeroporto.

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